CATANIA – Settimana indimenticabile quella trascorsa dalla selezione del Cus Perugia di pallavolo femminile, terminata sul quarto gradino del podio tricolore ai Campionati Nazionali Universitari. L’edizione 2017 non ha regalato metalli preziosi ma ha comunque riservato alle atlete umbre grandi soddisfazioni. Raggiunto l’obiettivo delle semifinali, quello dichiarato ad inizio torneo, la classifica finale ha consentito di riguadagnare la testa di serie per la prossima edizione, un dato di non secondaria importanza visto che la compagine biancorossoblu l’aveva persa negli ultimi tre anni.
Nell’afa di Catania la fatica è stata sopportata bene dalle atlete che hanno osservato sin da subito una dieta volta a reintegrare i liquidi persi. Sotto questo aspetto va ringraziata la preziosa consulenza dei colleghi rugbisti che da anni seguono un regime consolidato. Goliardia e divertimento hanno accompagnato l’immancabile agonismo nelle partite fumanti disputate ai piedi dell’Etna. Che la direzione intrapresa fosse quella giusta lo si era capito sin da subito, con il dirigente Benedetto Navigatore che con grande trasporto ha guidato il gruppo contromano quando era necessario. La tensione però l’ha fatta da padrone all’esordio della competizione iniziata con qualche incertezza sui ruoli da recitare contro il Torino. Nonostante ciò, il team riusciva a reagire riducendo in cannoli Palermo e tarpando le ali a L’Aquila. L’atmosfera si faceva ancor più incandescente dopo la fase di qualificazione, e lo staff decideva di fare una seduta in altura sulle fresche pendici vulcaniche.
Domenica pomeriggio, durante la festa per il passaggio del turno, si apprendeva con grande entusiasmo che gli epici rinforzi Scilla e Cariddi sarebbero stati traghettati da Caronte in persona. Tutto ciò non serviva nella semifinale con Bologna per la quale resta qualche rammarico visto che le perugine erano riuscite a stendere le lasagne nel secondo set ma alla fine hanno rimediato un forte mal di stomaco. Nel match per la medaglia che opponeva ancora Torino, le residue energie fornite da pistacchi non duravano a lungo e le nocciole piemontesi rivelavano possedere le proteine più nobili. A fine torneo il segretario Gustavo Amaro ha affermato lapidario: «Nella nostra lunga storia ci mancava di chiudere al quarto posto questi universitari, non c’eravamo mai arrivati prima e così speriamo di essere a posto per un bel pezzo». Peccato, ma resta un grande insegnamento, quello che gli autobus non passano sempre e quando passano bisogna prenderli.